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Brownie, obiettivo.  La parte frontale, vista ora dal davanti, mostra l'obiettivo, su cui si innesta il disco del diaframma manuale. Ricordiamo che nelle cineprese si può fare a meno della messa a fuoco variabile ma è pressoché impossibile fare a meno del diaframma: infatti nella cinematografia amatoriale viene impressionato direttamente un positivo (pellicola invertibile); manca quindi il successivo passaggio di stampa che, nelle normali pellicole negative, è utilizzato per compensare gli errori di esposizione. Il diaframma qui è realizzato nella maniera più spartana, sotto forma di 12 fori di diametro variabile, 6 dei quali sono etichettati rispettivamente con i valori di 16, 11, 8, 5,6, 4 e 2,7 (la massima apertura, che dà il nome alla cinepresa).

Per sapere quale diaframma scegliere, ci si può aiutare con i simboli: sabbia/neve, sole brillante, sole velato, nuvoloso chiaro, ombre aperte, che corrispondono ai valori da 11 a 2,7. Il 16, con le basse sensibilità del tempo era probabilmente inutile, e con una situazione più buia delle "ombre aperte" la cinepresa poteva considerarsi fuori gioco. Si noti poi che 12 diaframmi erano fin troppi, specie se venivano scelti a occhio, ma un elevato numero di fori minimizzava il rischio che la ghiera del diaframma venisse inavvertitamente lasciata in una posizione intermedia, con lo spiacevole risultato di ritrovarsi un filmato tutto nero (mancando la visione reflex era ovviamente impossibile accorgersi dell'errore dal mirino!).

Brownie 8 Movie Camera f/2.7 (1960-62) - Brownie, obiettivo.

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