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Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto

Framura-Bonassola.  Altre due finestre e ancora una doppia esposizione.
Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto - Framura-Bonassola.

 

 Framura-Bonassola.  Il rettifilo verso Bonassola porta tutto il fascino delle gallerie originali del 1874.
Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto - Framura-Bonassola.

 

 Framura-Bonassola.  Gli ultimi archi che precedono Bonassola: trattandosi di una copertura artificiale di protezione, prima della galleria vera e propria, sono realizzati a tutto sesto e non con la tradizionale sagoma ovale.
Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto - Framura-Bonassola.

 

 Bonassola-Levanto.  Un ampio finestrone realizzato con una volta in mattoni a tutto sesto, che fa da ponte tra i due portali di galleria.
Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto - Bonassola-Levanto.

 

 Levanto.  Scende la sera alla periferia di Levanto.
Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto - Levanto.

 

 Levanto.  La linea in una linda giornata invernale; questo tratto era rimasto comunque accessibile anche prima della realizzazione della ciclopista, sebbene allora non asfaltato.
Riva Trigoso-Deiva e Framura-Levanto - Levanto.

 

Arenzano-Varazze-Celle

 Arenzano.  La tratta Voltri-Varazze è stata raddoppiata nel 1968 e la sede dismessa è rimasta in stato di abbandono ma sostanzialmente accessibile per tutti gli anni '70 e '80, tanto è vero che nella mia infanzia era abitudine percorrerne a piedi le gallerie più prossime ad Arenzano, buie, umide, sufficientemente misteriose e dense di immaginazioni. Nell'estate 1979, a dieci anni, organizzai in più tappe la ricognizione completa della linea da Voltri a Savona, coinvolgendo come è ovvio l'accondiscendente famiglia. In seguito la tratta Voltri-Arenzano è andata sostanzialmente perduta con i vari lavori di ampliamento dell'Aurelia (una breve sezione presso Voltri è comunque utilizzata da uno dei due binari in esercizio). Sulle successive sezioni Arenzano-Cogoleto e Cogoleto-Varazze è stata realizzata un'ottima ciclopista. In foto si vede la galleria di San Martino, di 209 m, all'estremità di ponente di Arenzano. Il portale è moderno, realizzato qualche anno prima della chiusura.
Arenzano-Varazze-Celle - Arenzano.

 

 Arenzano.  I fabbricati viaggiatori sono solitamente un segno ben visibile delle ferrovie chiuse e quello di Arenzano si presenta in condizioni più che decorose, compresa la pensilina lato binari. Esso infatti è sempre rimasto in uso per uffici pubblici: prima l'Azienda di Soggiorno, cioè l'ufficio informazioni turistiche, e poi la Croce Rossa. Sullo sfondo si disegna il profilo brullo e roccioso del Monte Tardia.
Arenzano-Varazze-Celle - Arenzano.

 

 Nuovo! Cogoleto.  La ferrovia lascia Cogoleto in un fascinoso contesto di rocce verdi, sullo sfondo del Monte Tardia di Ponente (928 m), lo stesso che sovrasta Arenzano.
Arenzano-Varazze-Celle - Cogoleto.

 

Nuovo! Varazze.  Se la ferrovia ha un ovvio fascino, non bisogna però trascurare quello delle strade di rilevanza storica, di norma non tutelate affatto, tra rifacimenti, cartelli ovunque, guard-rail e altri elementi moderni. Solo in casi rari e preziosi, sicuramente fortuiti, si riesce ad apprezzare la forma antica della strada: uno di questi, per la Via Aurelia, è il tratto dei Piani d'Invrea, con il muretto originale e nient'altro, proprio in corrispondenza, più in alto, con la sede ferroviaria appena vista.
Arenzano-Varazze-Celle - Varazze.

 

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