Intragna. Breve sosta in stazione per incrocio. |
Verdasio. Da bordo treno ammiro il panorama di questa tratta così tortuosa e boscosa della valle, e documento il fabbricato della successiva stazione di Verdasio. |
Camedo. L'ABe 4/6 fa capolinea qui (i treni che proseguono per Domodossola, come sappiamo, sono molti di meno): aspettando fugaci attimi di sole, lo fotografo nel piccolo e ordinato impianto. |
Camedo. Alle 15 è il momento clou della giornata: arriva la corsa storica con l'ABDe 6/6 31. Ovviamente sono venuto fin qui per fotografarlo sullo spettacolare ponte ad arco in ferro, posto appena prima della stazione, e dunque a poche centinaia di metri dal confine italiano. Non ero mai stato qui: nel 2020, la strada era interrotta per frana, impedendo di arrivarci dalla Svizzera, e nel 2014 il nostro treno fotografico, proveniente dall'Italia, terminava la sua corsa proprio a Camedo. Il paesaggio è spettacolare e affascinante. Il ponte, risalente all'inaugurazione della linea nel 1923, è esile ed elegante, perfettamente inserito nel contesto naturale. L'elettrotreno, con la sua carrozza al traino, ha una colorazione sobria ma vivace, che risalta benissimo sullo sfondo del bosco e del lago di Palagnedra (creato dall'omonima diga, del 1952, posta poco più a valle). |
Camedo. Torno rapidamente in stazione e documento l'elettrotreno in arrivo (a sinistra) e, più tardi, dopo la manovra, pronto per la partenza (a destra). |
Camedo. Per "saltare" la carrozza, l'ABDe 6/6 avanza oltre lo scambio lato Italia, e naturalmente non mi perdo la foto. |
Camedo. L'elettrotreno retrocede e andrà ad agganciarsi all'altra estremità della carrozza B 123. A questo punto lo lascio partire e, pochi minuti più tardi, prendo un altro ABe 4/6 per tornare a Locarno, e da qui a casa con un comodo RE 80. |
Brignasco. La frequentazione della Val Vigezzo e delle Centovalli mi ha dato lo spunto per guardare anche ai dintorni, cioè a due linee ferroviarie ticinesi oggi scomparse. La prima è quella della Valle Maggia, ovvero la Locarno - Ponte Brolla - Brignasco, che, come abbiamo accennato sopra, è anteriore alla Domodossola-Locarno e ne ha condiviso la parte iniziale, fino a Ponte Brolla, dove svoltava in direzione nord e proseguiva per altri 23 km, fino appunto a Brignasco. La cartolina mostra proprio la stazione terminale con un'elettromotrice in sosta. La linea era a scartamento metrico, alimentata in corrente continua a 1200 V. |
Valle Maggia. La caratteristica più peculiare della linea era la presa di corrente, che non era né il pantografo, né la classica asta e rotella tranviaria, bensì una coppia di aste a molla, striscianti su un filo posto lateralmente, come è ben visibile in questa immagine ("sistema Oerlikon"). Un disegno tratto da un interessante pdf di Claudio Filipponi ne mostra ancor più chiaramente il funzionamento. Naturalmente il vantaggio del sistema era rappresentato dall'estrema semplicità di posa del filo aereo laterale; lo svantaggio, da una captazione di corrente meno uniforme, a cui si ovviava usando contemporaneamente entrambe le aste. Con l'apertura della linea per Domodossola, nel 1923, la tratta comune ricevette il normale filo aereo, e le elettromotrici della Valle Maggia furono dotate anche di un pantografo in posizione centrale. |
Locarno. Un'altra elettromotrice nella stazione di Locarno S.Antonio, nel tratto oggi interrato della Centovallina. |
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