Agrippina. La statua di Agrippina Minore come orante risale al I secolo d.C. ed è realizzata in basanite (roccia eruttiva scura, tipicamente utilizzata dai Romani per statue e lapidi). La statua è stata recuperata nel 1885 nell'area dell'Ospedale Militare del Celio (Villa Casali) dove era riutilizzata in minuti frammenti(!) all'interno di muri tardo-antichi. La testa è un calco di quella esposta alla Ny Carsberg Glyptotek di Copenhagen. Sullo sfondo il motore diesel della Franco Tosi. |
Motore Diesel. In primo piano il ritratto dell'imperatore Caracalla (198-217 d.C.). |
Ritratti. A destra, ritratto femminile, databile tra la fine del II sec. d.C. e la prima metà del III. Proviene dal giardino di Villa Rivaldi, dove, durante gli scavi per l'apertura della Via dei Fori Imperiali (1933), venne alla luce una sontuosa casa d'abitazione, ricca di statue. |
Sala Macchine. All'estremità del motore diesel è montato l'alternatore fornito dal Tecnomasio. |
Sala Macchine. La vista dall'alto, oltre a uno dei due motori Diesel del 1933, mostra la gru a ponte (Officine Elettromeccaniche Rivarolo Ligure, 1912) che, scorrendo su due binari laterali, permetteva di movimentare parti dei macchinari lungo tutta la sala. |
Statua di Atena. Sullo sfondo, l'alternatore collegato al motore Diesel. |
Sala Caldaie. (non ho fotografato la didascalia e il sito del Museo ha un concetto un po' limitato della sezione "Tutte le opere"...) |
Sala Caldaie. La caldaia, di cui si vede qui una piccola parte del fianco laterale, funzionava a 45 atm, con produzione di vapore di 60 ton/ora e poteva bruciare sia carbone, sia nafta. E' l'ultima delle tre caldaie che sono state installate nella sala tra il 1941 ed il 1950. Alimentava, insieme con le altre due, il nuovo turboalternatore da 20.000 kW installato in Sala Macchine nel 1946 e, tramite un riduttore di pressione, i vecchi turboalternatori precedentemente alimentati dalle caldaie smantellate nel 1941. |
Statua di Polimnia. Questa statua della musa Polimnia fu rinvenuta nel 1928 all'interno di un cunicolo sotterraneo nei pressi dell'odierna Villa Fiorelli. Apparteneva verosimilmente alla decorazione degli Horti Spei Veteris, un ampio possedimento imperiale che si estendeva dall'odierno piazzale di Porta Maggiore verso sud-est e che l'imperatore Settimio Severo trasformò in giardino, edificandovi un grandioso complesso residenziale (il relativo anfiteatro "castrense" è in parte conservato, inglobato nelle Mura Aureliane). |
Lucilla e Settimio Severo. Lucilla, figlia di Marco Aurelio, fu imperatrice nel 164-169 d.C. Il ritratto di Settimio Severo, imperatore dal 193 al 211, fu rinvenuto negli scavi di via dei Fori Imperiali nel 1933. |
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