Escursioni di archeologia ferroviaria

For foreign visitors: this page describes the original line from Savona to Finale Ligure, built in 1872 and closed in May 1977, when the new double-track line was ready. As this section included many long tunnels (more than 500 m long), it is difficult to walk or cycle along the original railway. Nevertheless, most of the old railway structures can be seen from the road, the Via Aurelia. The most interesting place is the Malpasso, just after Capo Noli, a very beautiful piece of coast: here two original tunnels of the railway are still open.
It should also be noted that for the first time, the construction of the new line caused some stations to be closed, as the new line runs completely in tunnel. This occurred to Noli (the main one, an important historical town), Varigotti, Bergeggi and Finalpia Santuario. Although the new line permits a higher speed (150 km/h instead of 80-90) and, of course, has two tracks, reducing the number of stations cannot be considered a good result, as mobility demand in Riviera is mainly oriented towards small towns and local service.


Da Savona a Finale

Il tratto Savona-Finale della ferrovia costiera, chiuso nel maggio 1977, presenta caratteristiche piuttosto diverse, rispetto a quello da Voltri a Savona. In primo luogo, le gallerie sono nettamente più lunghe, e questo ha fatto sì che, nella maggioranza, non siano mai state percorribili pedonalmente. Ricordo che già nel 1985, otto anni dopo lo smantellamento della ferrovia, erano già tutte chiuse, come sono ora. Naturalmente vi sono alcune eccezioni, che per fortuna si trovano in uno dei posti paesisticamente più interessanti.

Carta TCI, scala 1:200.000, anno 1956


La costa da Savona a Finale Ligure, negli stessi anni in cui furono scattate le foto delle cartoline che seguono.

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Ma andiamo con ordine. Da Savona a Vado Ligure, il binario c'è ancora: dallo scalo merci di Savona P.Doria, attraversa il torrente Quiliano accanto a un bel ponte medievale a schiena d'asino, e arriva fino alla Stazione di Vado Ligure, a cui è raccordato lo storico stabilimento del TIBB (già Westinghouse Italiana, poi AD Tranz e oggi Bombardier): si tratta del primo stabilimento al mondo espressamente progettato per la costruzione di locomotive elettriche; da qui, a partire dal 1908, uscirono le E.550 e le E.330 trifasi, e poi moltissime altre, fino alle attuali E.464.

Nell'attraversare Vado, il ciclista (o pedone) deve dunque percorrere la Via Aurelia, in questo tratto piuttosto monotona e sempre congestionata.
A Vado il binario termina: la linea oggi abbandonata superava il Capo Vado con l'omonima galleria, lunga 1130 metri, a cui seguivano altre due gallerie di oltre 800 m, prima e dopo la stazione di Bergeggi (quella con il caratteristico casello sopra il portale della galleria). Di tutti questi tunnel sopravvivono i portali, a volte semisepolti dalla vegetazione, ma la sede ferroviaria è impercorribile, in quanto è quasi esclusivamente in galleria. La prima galleria percorribile è quella che precede Spotorno, che è utilizzata a senso unico alternato, a servizio della viabilità locale.
Un ampio tratto allo scoperto si aveva invece a Spotorno, ma ampliamenti stradali, parcheggi e demolizione dei rilevati lo rendono riconoscibile solo ad un'attenta analisi. Il fabbricato viaggiatori di Spotorno, al pari di quello di Celle, arrivò al 1977 nella caratteristica versione ottocentesca in legno, il che ne ha però causato la rapida demolizione.

Spotorno e Noli


Spotorno: panorama di levante con l'isola di Bergeggi (Ediz. Beiso, viaggiata 1958).


Noli: il centro storico
Si riconosce la stazione, con il minuscolo fabbricato viaggiatori in legno (successivamente sostituito dalla stazione in muratura), alla sua sinistra il magazzino merci e alla sua destra la storica chiesa di San Paragorio (Ediz. Vibaldi-Bromostampa, 1941 XIX, viaggiata 1948).

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A Noli la ferrovia tagliava in rilevato il borgo antico: il rilevato è stato demolito, ma, una volta tanto, con un risultato ragionevolmente positivo, avendo permesso di creare un apprezzabile spazio pedonale, proprio in pieno centro della cittadina. In ogni caso, lo sguardo attento del visitatore non faticherà a riconoscere ancora oggi il "taglio" della linea entro il nucleo urbano.
Sempre a Noli, sopravviveva fino a qualche anno fa il magazzino merci, oggi scomparso.

Al termine del fascio binari della stazione (oggi parcheggio), la linea superava il Capo Noli con una galleria di 871 m. In questo caso il dover percorrere l'Aurelia è certo un vantaggio per il turista, che può ammirare un paesaggio spettacolare e un tracciato stradale di gran fascino, tagliato nella roccia e sostanzialmente originale (salvo il tratto finale in discesa verso il Malpasso, dove, già negli anni Cinquanta venne realizzata una variante in viadotto per evitare la zona franosa a ridosso della montagna).
Tra Noli e Varigotti, nel 2001, la sede ferroviaria è stata utilizzata per posare la linea di comunicazioni a fibra ottica (altrove la linea venne posata direttamente sotto l'Aurelia). Questo ha comportato la ripulitura della galleria di Noli che, nell'estate 2001, sembrava percorribile pedonalmente, anche se mi ci sono avventurato solo per alcune decine di metri.

Siamo arrivati al Malpasso, il luogo più celebre della tratta, e anche il meglio conservato. E' infatti possibile percorrere (anche in bici, su un acciottolato non eccessivo) la galleria del Malpasso e quella del Porto di Varigotti. La galleria di Varigotti, sotto Punta Crena, è addirittura asfaltata e quindi assai comoda.
Alla sua uscita, si arriva al lungo rettifilo della stazione di Varigotti, che, seppure ovviamente ridotto a parcheggio, dà ancora l'idea dell'andamento dei due binari di stazione. Il fabbricato viaggiatori, poco più che un casello, è ancora presente accanto alla chiesa parrocchiale di S. Lorenzo.

Il Malpasso e Varigotti


Panorama del Malpasso dalla Punta Crena
Da sinistra a destra (cioè provenendo da Varigotti), si susseguono la galleria del Porto di Varigotti, la galleria del Malpasso (con il colonnato in calcestruzzo realizzato nel 1949, a seguito di un incidente dovuto a una frana) e, nascosta, la galleria del Capo Noli, mentre sullo sfondo si riconoscono le tre arcate della variante della via Aurelia (ediz. Bozzano - Fotocelere, viaggiata nel 1955)

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Varigotti: panorama verso ponente.
La stazione si trova sullo sfondo, al termine della controcurva disegnata dal binario.


E.431.015, giugno 1954
Il celebre treno fotografico del giugno 1954 presso l'avviso di Varigotti, lato Finale (foto FS).

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Da Varigotti a Finalpia supravvivono i portali di galleria (chiusi) mentre i tratti allo scoperto sono stati in parte assorbiti dall'ampliamento dell'Aurelia (fine anni '80). La prima galleria che si incontra è quella di Costastelli, il cui crollo, il 10 aprile 1977, anticipò la chiusura della linea: per un mese, la vecchia linea fu limitata a Noli, mentre la nuova in fase di ultimazione veniva esercitata a trazione diesel; la situazione durò fino al 12 maggio, quando fu inaugurata la nuova linea e la vecchia fu definitivamente soppressa.

A Finalpia salta subito all'occhio il bel fabbricato viaggiatori (ora casa d'abitazione). Peccato che il rilevato proprio in fronte alla stazione sia stato demolito, alterando l'aspetto "lato binari" dell'edificio. Nel 2003/2004, come mi segnala un lettore, è stato rimosso anche il ponte ferroviario, immediatamente a ponente della stazione: la preziosa pietra del Finale, di cui era costituito, è stata probabilmente riciclata in qualche altra costruzione.
L'ultima galleria è ovviamente chiusa, in quanto l'estremità di ponente si collega alla sede ferroviaria ancora in uso, presso la stazione di Finalmarina, dove la nostra gita si conclude.


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Da Arenzano a Varazze.


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