L'imperdibile proposta del CAI
Quando era meglio stare zitti

Scritto a luglio 2013

Un lettore mi segnala che Montagne360, la rivista ufficiale del CAI, il Club Alpino Italiano, nel numero di luglio 2013 dedica un articolo alla pista ciclabile della Val di Fiemme, in Trentino, realizzata sulla sede della Ferrovia Ora-Predazzo, chiusa nel 1963. Naturalmente una pista ciclabile costruita su una ferrovia chiusa da decenni è una cosa utile e ragionevole, e sicuramente mille volte meglio di un parcheggio. Ma il Club Alpino non è contento, e si lascia prendere la mano, facendo confusione tra una ferrovia dismessa e una ferrovia che invece è ancora viva e vegeta. Ecco uno stralcio dell'articolo.

 

Dalla rivista del Club Alpino Italiano, giugno 2013

 

Dopo aver giustamente elogiato le ottime ciclopiste del Trentino e aver sottolineato che è ora di cambiare approccio con le automobili, l'articolo del CAI parte per la tangente, cambia Regione e, bontà sua, pensa di avere un lampo di genio anche per la Valle d'Aosta. Così, visto che qualche altra mente brillante, nei mesi scorsi, ha effettivamente proposto di chiudere la ferrovia Aosta - Pre S.Didier per farne una pista ciclabile, il CAI fa propria quest'idea "con tanto di navette elettriche (sic), punti d'interscambio e aree di ristoro": la gente del posto dovrebbe impiegare meno di un attimo per capire che si tratta di un progetto imperdibile.

Siamo assolutamente convinti che tutti i lettori impiegheranno meno di un attimo per capire che l'unica cosa imperdibile è il calcio nel sedere che merita il Club Alpino per aver scritto una fesseria simile, davvero l'ultima cosa di cui c'era bisogno per la ferrovia italiana.

 


Torna al racconto fotografico Pre S.Didier e Varallo: due linee da esplorare.


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